Vestizione

I Gigli e l’antica arte della cartapesta

A partire dall’ultimo ventennio del 1800 il rivestimento dei Gigli avviene attraverso l’antica arte della cartapesta, sviluppatasi a Nola grazie ad artisti cartapestai leccesi e decoratori dello stucco napoletani presenti sul territorio in occasione dell’allestimento decorativo e statuario del Duomo. La scelta di rivestire i Gigli con la cartapesta non è casuale ma è dovuta alla sua capacità di adattarsi alle esigenze di elasticità e flessibilità richieste dalla struttura lignea del Giglio.

Il rivestimento del Giglio avviene secondo una tecnica ben precisa: si cola nello stampo di argilla un miscuglio di cartaccia tritata, colla e gesso, impastato uniformemente e cotto in acqua calda. Una volta asciutto si estrae la forma dallo stampo, la si fissa su uno scheletro di legno e la si lascia asciugare naturalmente in ambienti di temperatura non superiore ai 30 gradi centigradi. Durante questo periodo si procede alla saldatura e alla rettifica delle deformazioni determinatesi durante l’essiccamento.

I pezzi, cosi ultimati, vengono sistemati alle pareti in attesa di essere dipinti nelle ultime settimane precedenti la vestizione. La colorazione delle figure e dei motivi ornamentali avviene per gradi con colori ad acqua o a tempera e, prima dell’ultima mano, viene verificato l’effetto tonale con l’esposizione alla luce solare e serale, prima e dopo l’essiccamento, correggendo eventualmente la variazione tonale non desiderata.

Il momento della vestizione

Una volta terminati, i vari elementi del rivestimento vengono apposti sul Giglio soltanto nel giorno stabilito per la vestizione. Si parte dall’alto, fissando sulla cima del sesto pezzo l’elemento terminale che la maggior parte delle volte è costituito da una statua. L’elemento viene issato tramite una lunga e grossa fune, scorrevole sulla carrucola, sistemata all’estremità superiore della borda. Giunto in alto, è legato ad essa con muscielli ed al telaio dai due operatori montatori, sistemati anch’essi all’estremità superiore della struttura.

Terminata la legatura, dopo l’attento controllo della perpendicolarità e della centralità rispetto alla borda ed alla base da parte del direttore dei lavori, si procede con il montaggio del quinto, quarto, terzo, secondo, primo pezzo e della base, sempre con lo stesso procedimento.

I temi generalmente utilizzati per la decorazione dei Gigli sono religiosi, storici o d’attualità e rinnovano una tradizione chiaramente individuabile sin dagli ultimi decenni dell’800 ed ancora oggi molto sentita.